L’opera al nero è la mostra realizzata per Radis 2024 e pensata come avvicinamento all’opera permanente le masche. Attraverso opere dalle collezioni delle Fondazioni CRT per l’Arte e CRC, offre una riflessione sul tema del corpo e delle sue trasformazioni, osservato da diverse prospettive.

L’opera al nero

Per l’edizione 2024 la mostra L’opera al nero, a cura di Marta Papini e Leonardo Pietropaolo con Giulia Cenci, include opere di Ed Atkins, Lorenza Boisi, Roberto Cuoghi, Anne Imhof, Steffani Jemison, Letícia Parente, Seth Price, Tabita Rezaire, James Richards, Lin May Saeed e Alessandra Spranzi, in prestito dalle collezioni di Fondazione CRT per l’arte e Fondazione CRC.

Il progetto espositivo prende il titolo dall’omonimo romanzo della scrittrice Marguerite Yourcenar. La storia è ambientata nel XVI secolo e racconta la vita dell’alchimista, medico e filosofo Zenone. Al centro della narrazione vi è il corpo del protagonista, luogo di trasformazioni e punto di osservazione per indagare il rapporto dell’essere umano con il mondo. Questa indagine, perseguita da Zenone con un’attitudine libera che fonde l’alchimia con i principi materialisti propri di un medico, lo costringerà a nascondersi, a cambiare identità per sfuggire alle persecuzioni religiose, e infine a essere imprigionato e processato per eresia.

Pubblicato nel 1968, il romanzo pone questioni sempre attuali: come cambia la nostra percezione del mondo influenzata dalla scienza e dalla tecnologia? In che relazione sono gli esseri umani con le altre specie viventi? Quali trasformazioni subisce il nostro corpo nel processo di invecchiamento? Che cosa succede al corpo dopo la morte? In che modo il nostro corpo può diventare luogo politico e sociale? Che parte hanno sogno, poesia e metamorfosi nella nostra vita?